Biografia

Valentina Riente

Valorizzati Rigenerandoti

…Tutto è perfetto e nulla accade a caso…

 

Mi chiamo Valentina Riente, cresco in mezzo alla natura, in un paesino di montagna La Thuile.. fiume, ruscelli, fiori, cascate.. la mattina ci si sveglia con i canti degli uccelli o impronte sulla neve indecifrabili dai camosci alle volpi, ai cerbiatti.. la vista si arricchisce con i colori delle stagioni, arancione, rosso, giallo autunnale ai colori primaverili viola, rossa, verde, giallo..un arcobaleno di colori. Tutto questo valorizza un patrimonio che mi porto dentro e tutte le volte che gli avvenimenti possono disequilibrarmi qui ritrovo la mia essenza..in questo paese, in un luogo preciso di la Thuile che si chiamo Promise una vallata che conduce al ghiacciaio del Ruitor..”una vallata energeticamente magica”..

Il corpo umano mi ha sempre appassionato;ne sono sempre rimasta affascinata e quando ero piccola vedevo solo i cartoni animati inerenti a questa fantastica macchina che è il nostro corpo. Attraverso anni di studi inizio la mia più grande passione: massaggiare..

Cosa sentivo mentre massaggiavo?  cosa percepivo? “più chiedi e meno risposte avrai”..il mio repertorio anatomico era consolidato ma cosa mi mancava? cosa c’era oltre quella struttura ossea, oltre i muscoli?in quel periodo non cercavo.. mi piaceva massaggiare ma mi mancava sempre quel tassello per capire veramente cosa provavo mentre massaggiavo.. a volte sentivo  una profonda emozione dentro di me ma non riuscivo a spiegare tale sensazione; sentivo qualcosa invadere il mio corpo, senza comunicazione verbale ma solo i gesti delle mie mani sul corpo del ricevente. “Cosa stava succedendo? Cos’era ciò che stavo provando, sentendo?”.

Attraverso lo studio di tre anni di Shiatsu ho potuto riconoscere l’importanza del sistema nervoso centrale, dei meridiani in Medicina Tradizionale Cinese di un corpo energetico chiamato “Qi” e conseguendo il primo livello di Craniosacrale, ho iniziato ad ascoltare; quest’ultima è una parola che, da quel momento, mi ha sempre accompagnata: ascoltare il proprio corpo, percepirsi in quanto essere facente parte del tutto, per poi poter percepire l’Altro con il tocco delle mie mani. Inizialmente chiusi gli occhi e mi posizionai in “posizione d’ascolto”: seduta eretta, gomiti poggiati sul lettino, piedi scalzi per permettere di sintonizzarmi con la Madre Terra; con occhi chiusi e ascolto… ascolto…

I primi mesi non successe nulla, perché prima di entrare, di riuscire realmente a spogliarti di tutti i pensieri e di essere come un libro aperto pronto a ricevere le informazioni che arrivano, ci vuole del tempo; poi, come se avessi aperto ad un tratto un canale di comunicazione tra me e un’altra percezione, riuscivo realmente a sentire. Sento questo ritmo, non so come spiegarlo esattamente ma lo sento: ritmi e flussi dell’energia vitale, lenti e profondi. Tutto questo lo sento solo se sono in perfetta sintonia con tutto quello che mi circonda, non è un comando preciso, lo senti e basta. Tuttavia, di tutto questo mi mancava un tassello.  Sino ad allora i miei studi erano prettamente teorici, anatomici e fisiologici: insomma un’infarinatura del corpo fisico. Ma allora cosa stavo percependo?

Ho sempre sostenuto, sin da quando ero piccola, giocando con le mie ombre e con i miei amici immaginari, parlando con gli alberi, con le stelle, aprendo le braccia come le ali di un gabbiano (cosa che faccio tutt’ora), che noi non siamo fatti solo di carne e ossa, ma di altro, di corpi più sottili, fatti di “energia” e dentro le mie cellule ho sempre sentito che nella natura potevo rifugiarmi, un luogo di protezione nei momenti più dolorosi. Il mio unico rifugio? vicino ad un ruscello, sotto un albero: poggiavo il capo e la colonna vertebrale sul tronco ed era come se il mio corpo fosse un tutt’uno con esso, come se il mio sistema nervoso centrale si collegasse alle fibre del tronco, il ruscello scorresse dentro me e inconsciamente respiravo, mi liberavo da ogni sensazione negativa, davo voce alle mie sofferenze. Il mio rifugio, il mio riparo: lei, la natura.

Immaginavo, infatti che ci potesse essere qualche correlazione tra essere umano e natura, tanto da andare alla ricerca di una scuola che potesse darmi le risposte a tutto quello che percepivo, ma a cui non sapevo dare un nome, un significato. Arrivai alla scuola “EunamInsitute” Scienze e Metodologie Naturopatiche dopo varie ricerche svolte sul web e poi l’incontro con Lei: la Direttrice Tonella Doro. Fu un colloquio che mi lasciò estasiata se pur sempre scettica ma che permise questo grandioso,difficoltoso, spaventoso ma straordinario cammino verso la conoscenza di me stessa.  Come si può evincere da tutto ciò, il motivo dell’iscrizione fu la ricerca di me stessa, un percorso per evolvermi, un cammino per dare significato e il giusto nome a quello che sentivo e a quello che reprimevo, a quello che mi faceva paura e che accantonavo; quella parte di me che inconsapevolmente, avevo lasciato in un angolo e che oggi ho affrontato, mettendola al centro, quella parte che mi vergognavo mostrare: Valentina che ho pienamente imparato ad accettare.

Questa è una grande chiave di lettura poiché ci permette di capire il linguaggio del corpo di ognuno di noi, quanto è importate sentirsi parte del tutto, parte di un’ambiente che ci permette di esprimere le nostre potenzialità. Attraverso gli studi svolti in questi anni ho capito l’importanza di osservare l’uomo nella sua totalità in quanto genere unico e irripetibile, fatto di un vissuto proprio e un’eredità propria. Ognuno a Sé ma in questa diversità è grandioso pensare che siamo collegati attraverso una rete all’universo. La coscienza dell’unità può così essere il punto di partenza per reinventare il nostro modo di essere al mondo e di relazionarci con esso.

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